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Napoli fonografica Incisioni d'epoca della Canzone Napoletana

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filu'
view post Posted on 13/8/2010, 14:10 by: filu'     +1   -1




I cantanti di voce

Introduzione



I brani contenuti in questo disco, sono tutti legati dal fatto di essere cantati da voci maschili che utilizzano un sistema d'emissione vocale forte, adatto alla nuova condizione determinata dall'ingresso della canzone, e quindi dei cantanti, nello spazio definito da un palcoscenico e da un'ampia capacità di pubblico: il teatro.
Questo passaggio si individuò a partire dall'impegno di energie creative assolutamente diverse da quelle impiegate dalla classe di musicisti artigiani che, dal Cinquecento alla seconda metà dell'Ottocento, in modi diversi, si dedicarono alla forma vocale e strumentale breve.
Di pari passo all'affermarsi di una canzone napoletana intesa come genere d'arte, cioè con un'identificazione precisa per l'autore del testo e della musica, negli ultimi venti anni dell'Ottocento si assistette al coinvolgimento di artisti di oggettiva importanza poetica, come Salvatore Di Giacomo, ed all'impegno economico di un'imprenditoria disposta ad investire sul filone della canzone napoletana, dal punto di vista dell'editoria musicale e dell'immagine esportabile della città; questi dati contribuirono a indebolire e, parzialmente, a disperdere il retaggio dei musicisti e dei poeti di vecchia tradizione, discendenti da quelli "di strada", che per un lungo periodo si trovarono a far da tramite nel collegamento fra campagna e città, fra cultura rurale e urbana.
Con tutto ciò, in buona parte delle esecuzioni risalenti ai primi decenni del nostro secolo (secolo scorso, n.d.filu'), ascoltabili dai vecchi supporti discografici, sono talvolta presenti i resti delle abitudini esecutive ancora legate all'ambito della tradizione campana, per dire di un insieme di codici comunicativi tramandati oralmente, come gli stilemi del canto "a vvoce 'e Napule", tipico dei venditori ambulanti, o del canto "a ffronna 'e limone", pieno di termini gergali e funzionale nelle comunicazioni a distanza di notizie che dovevano rivelarsi al solo destinatario: come nei canti dei carcerati.
Altri resti possono essere rilevati nell'impiego di strumenti e di funzioni strumentali tipiche, ma senza dubbio il dato più rilevante in questo senso è l'impiego della variazione ed una relativa libertà per quanto riguarda l'arrangisamento e la strumentazione, che si muovono ancora nell'ambito della codifica della cultura musicale di provenienza orale: come nei testi di origine mitica, nella canzone napoletana tutte le interpretazioni aggiungono qualcosa di attendibile ad un nucleo originario fatto di un testo poetico e di una melodia, dato musicale dapprima "sottinteso" dal testo, poi l'unico ad essere tramandato per mezzo della scrittura: questo si evince da molte delle stampe più antiche, con l'eccezione dell'abbozzo di un arrangiamento che iniziò a leggersi nelle raccolte ottocentesche influenzate dalla salon - musik alla moda, come negli album editati da Girard e poi da Cottrau.
Tutte le voci registrate in questo disco appartengono ad interpreti definiti "tenori"; è il caso di notare come il termine alluda ad una serie di condizioni: anzitutto al registro vocale maschile, e non già ad una eventuale impostazione lirica più o meno corretta, presente nel curriculum di taluni, che si formarono nelle scuole di canto lirico per rimanere sedotti dalla canzone, più vicina alle loro corde più profonde, ancora poi al ruolo solistico del cantante, e ad una pretesa, e meritatat anche se mai del tutto riconosciuta, aura di classicità.

(continua...)
 
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62 replies since 12/8/2010, 22:53   15597 views
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