Camilleri, Camilleri … Camilleri significa il commissario Montalbano, ma non solo.
Quanta fatica, all’inizio leggerlo. Ma, un poco alla volta, si impara anche questo misto tra dialetto siculo ed italiano. Sapete quanti libri di Camilleri ho letto? Venticinque. E, a parte la “Presa di Macallè”, me li sono goduti tutti.
L’ultimo l’ho appena terminato. “
La vampa d’agosto, si chiama.
Montalbano mi piace perché è un uomo. Non condivido il suo pensiero politico, né il suo modo di convivere coll’illegalità siciliana e tanto meno la mentalità che fa da sfondo alle storie. Ma lui mi piace perché non è mai “statico”. Invecchia, Montalbano. E non lo nasconde. E gli pesa. Fa sciocchezze, Montalbano, come qualsiasi uomo. Non è un “superman” dell’indagine. A volte vince e a volte perde. Ma cerca sempre di avere una sua “onestà”, perché poi, come ognuno di noi, deve pur guardarsi allo specchio.
In questo romanzo, Montalbano perde. “
Tutto un teatro, tutta una finzione. E lui, vecchio, allucinato dalla billizza e perso darrè a quella gioventù che l’imbriacava, c’era caduto, a cinquantacinco anni sonati, come un picciliddro. Natava e chiangiva”. Mi sono quasi commossa, nella chiusa, che temo proprio finisca per riassumere la delusione di ogni uomo di fronte all’irrisolto che si rivela essere la vita per la maggior parte di noi. Essere felici, forse, significa mantenere vivi i sogni e gli entusiasmi. Ma, purtroppo, non dipende sempre e solo da noi stessi farlo.
Beh, almeno ci resta il fatto che domani, Montalbano, io e molti di voi, ci alzeremo e potremo comunque guardarci allo specchio senza arrossire. Non è granchè. Ma sempre meglio che un calcio nel c***, non vi pare?
Bellissimo libro. Ve lo consiglio.